Si scrive in prima o terza persona?
La scrittura in prima persona è diretta, emotiva ed è usata per impattare. Scrivere in prima persona, è uno stile personale, semplice e diretto, racconta la scena dal punto di vista dell’autore. Scrivi quello che fai e quello che vedi con un linguaggio simile ad un diario. Calati nei panni del protagonista. Questa scelta, è una soluzione perfetta per avvicinare autore e lettore.
La scrittura in terza persona è più articolata ed è usata per chi vuole scrivere in maniera impeccabile nei romanzi complessi.
Non c’è una scelta preferenziale. Solo differenze da analizzare che ti permetteranno di scegliere quale scrittura utilizzare.
Prima Persona
Scrivere in prima persona significa raccontare gli eventi con gli occhi di chi li vive. Tu sei il centro dell’episodio citato. Perchè scegliere questo stile?
- Immediatezza
- Semplicità
- Forte impatto
- Essenziale
I testi sono di forte impatto. Pensato per esaltare i fatti dei personaggi principali, poco meditativi e di grande azione. Questo stile dona suspense e tensione nella storia. Il vantaggio maggiore di questa tecnica viene dato da il legame tra autore e lettore. Dall’altra parte della medaglia però c’è il limite del qui e ora. E’ complicato tornare indietro nel tempo o andare in un altro luogo. Insomma, lo stile è immediato ma la scrittura creativa si paga!
Io narrante e io narrato
I 2 concetti fondamentali dello stile in prima persona sono l’io narrante, che racconta la storia, e l’io narrato cioè il protagonista. Spesso questi elementi non corrispondono. Questa condizione avviene quando il narratore cita i fatti a distanza di anni. Così, l’io narrante e l’io narrato si verificano.
Scrivere in seconda persona
Molto rara e complessa, questa scelta stilistica è usata nella scrittura creativa. La seconda persona, narra le vicende di un protagonista ricordandolo con la seconda persona. Ovvero con il tu.
Scrivere in terza persona
Questa soluzione consente di gestire la scrittura in modo differente. E’ una scelta più articolata. Si descrivono i fatti dall’esterno, l’autore è la voce narrante. Questo fa si che i racconti articolati, vengano gestiti con cambi di tempo e luogo. Si può dare al lettore la possibilità di descrivere posti in momenti diversi con facilità ma anche qui sorge un grande ostacolo. Questa scelta stilistica non è facile da usare perchè significa mettere l’io narrante (la voce del narratore) con quella del professionista per far si che vengano raccontati i fatti con gli occhi di un personaggio esterno, dando modo di avere più sfaccettature.
Terza persona limitata
L’autore descrive nel testo i fatti attraverso gli occhi di un personaggio e per farlo, ha una visione limitata dei suoi sensi. Vive tutto l’evento in maniera personale e non conosce gli avvenimenti più degli altri. Quindi è limitato. La terza persona limitata può essere oggettiva o soggettiva. La soggettivà elenca e valuta tutti gli eventi, l’oggettiva è il narratore che elenca i fatti. Chi scrive in terza persona deve prestare attenzione all’uso dei pronomi in quanto, questi, devono seguire una forma decisa (quindi lui, lei, egli, ella, esso, essa, ecc) ed evitare quelli in prima e seconda persona.
Terza persona onnisciente
Qui la voce del narratore ha tutte le sue carte a disposizione. Chi scrive conosce tutti i dettagli delle vicende.
Scrivere in prima persona o in terza?
Non esiste uno stile migliore o peggiore. Esiste una scelta stilistica. La prima persona si usa per testi in cui il protagonista regna e quindi la distanza tra autore e lettore deve essere limitata, non c’è bisogno di vicinanza. Questo stile è adatto anche nei testi come i galli o i thriller che sono colmi di momenti di tensione e gli eventi si snocciolano all’improvviso e nessuno sa chi è il killer.
La terza persona invece è una scelta vincente per romanzi complessi e intricati, dove i fatti si svolgono attraverso luoghi e personaggi differenti.
Non resta altro che scegliere!
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